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Attacco ransomware all'oleodotto più importante degli Stati Uniti

L’attacco ransomware ai danni di Colonial Pipeline ha costretto la società a chiudere uno dei più grandi oleodotti degli Stati Uniti.

L’attacco è avvenuto nella serata di venerdì 7 maggio, ma la vicenda è stata resa pubblica quasi ventiquattr’ore dopo, quando Colonial ha dovuto comunicare di aver bloccato «alcuni sistemi per contenere la minaccia».

È stata messa ko una ragnatela di condutture di 8.850 chilometri, che garantisce quasi metà degli approvvigionamenti di carburanti della East Coast degli Stati Uniti: in pratica si sono paralizzate forniture per 2,5 milioni di barili al giorno di benzina, diesel e altri prodotti petroliferi, diretti dalle raffinerie del Golfo del Messico non solo verso l’area di New York ma anche a importanti centri del sud degli Usa, compreso l’aeroporto di Atlanta, il più trafficato del mondo per numero di passeggeri.

L'identità degli hacker è stata rivelata dall'FBI: si tratta di un gruppo chiamato DarkSide, apparso per la prima volta nell'Agosto 2020. Si pensa che siano basati nell'est Europa, come in Russia.

Il Presidente Joe Biden: pugno duro contro ogni attacco ransomware

Perchè ne parliamo qui su StaiSicuro?

Perchè l'accaduto ha ovviamente riacceso il dibattito sulla sicurezza di fronte alle minacce informatiche. L’attacco all’oleodotto Colonial è considerato uno dei più gravi di sempre.

L'amministrazione Biden ha risposto immediatamente firmando un ordine esecutivo che si pone come obiettivo di rafforzare la sicurezza informatica nazionale. Nel frattempo i responsabili hanno chiesto scusa (ma si son tenuti i soldi del riscatto).

E quindi?

Proprio prendendo spunto da questa vicenda partiremo per parlare dei pericoli di un attacco ransomware nella prossima puntata di Stai Sicuro, venerdì 21 maggio alle 12.00. Ospite Michele Sensalari.

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